Henri Matisse
Henri Émile Benoît Matisse (Le Cateau-Cambrésis, 31 dicembre 1869 – Cimiez, 3 novembre 1954) è stato un pittore, grafico, disegnatore e scultore francese.
Insieme a Pablo Picasso, è considerato uno dei più importanti artisti del modernismo classico. Accanto ad André Derain, è considerato un pioniere e principale esponente del fauvismo, movimento che promuoveva il distacco dall'impressionismo e rappresenta la prima corrente artistica del XX secolo.
L'opera di Matisse è caratterizzata da un uso ampio del colore e da una linea ricca di tensione. La scelta cromatica, la costruzione ludica delle immagini e la leggerezza dei temi sono il risultato di lunghi studi.[1]
Con i collage ritagliati (gouaches découpées) realizzati negli anni '40 – un esempio è il libro d'artista Jazz – Matisse, gravemente malato, creò un'opera tarda che rappresenta il culmine dei suoi sforzi di sintesi, e che, per vivacità cromatica e decorativismo, è considerata l'apice della sua carriera artistica.[2] La cappella del Rosario a Vence, da lui progettata e decorata, inaugurata nel 1951, fu considerata dall'artista il suo capolavoro.[3]
Le sue innovazioni stilistiche influenzarono profondamente l'arte moderna. Gli espressionisti astratti negli Stati Uniti fecero ripetutamente riferimento alla sua opera.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Infanzia e formazione (1869-1898)
[modifica | modifica wikitesto]Henri Matisse, figlio di Émile Matisse e di sua moglie Héloïse, nata Gérard, nacque nella fattoria dei nonni a Le Cateau-Cambrésis. I genitori gestivano una drogheria e un negozio di sementi a Bohain-en-Vermandois, dove Matisse crebbe. Nel 1872 nacque suo fratello Émile Auguste. Il padre desiderava che il figlio maggiore prendesse in gestione l'attività di famiglia, ma Henri, dopo aver frequentato dal 1882 al 1887 il liceo umanistico Henri-Martin a Saint-Quentin, scelse di studiare giurisprudenza a Parigi, corso che seguì per due anni.
Durante un breve impiego come assistente legale a Saint-Quentin nel 1889, Matisse frequentò al mattino corsi di disegno presso la Fondazione Quentin de la Cour. Nel 1890, in seguito a un'appendicite che lo costrinse a letto per un anno, iniziò a dipingere. Abbandonò la carriera giuridica nel 1891, tornò a Parigi e si iscrisse all'Académie Julian, dove insegnava, tra gli altri, il pittore accademico William Adolphe Bouguereau. Matisse intendeva prepararsi all'esame di ammissione all'École des Beaux-Arts, ma non riuscì a superarlo.[4]
Frequentò anche la scuola di arti decorative, dove conobbe Albert Marquet, con il quale mantenne una lunga amicizia. Nel 1895, dopo aver superato l'esame d'ingresso all'École des Beaux-Arts, sia lui sia Marquet divennero allievi del pittore simbolista Gustave Moreau, nella cui classe erano già stati ammessi come uditori nel 1893. Nel 1894 Matisse ebbe una figlia, Marguerite († 1982), nata dalla relazione con Camille (Caroline) Joblaud, una modella che aveva assunto e che divenne la sua amante.
Durante un soggiorno in Bretagna nel 1896, Matisse conobbe la tavolozza impressionista grazie al suo compagno di viaggio, il pittore Émile Auguste Wéry (1868-1935), suo vicino di casa al numero 19 del Quai Saint-Michel a Parigi. In questo periodo iniziò a copiare opere classiche al Louvre e presentò per la prima volta cinque dipinti al Salon de la Société Nationale.[5] Negli anni 1897 e 1898 visitò il pittore John Peter Russell a Belle-Île, un'isola al largo della costa bretone. Russell lo introdusse alla tecnica pittorica impressionista e gli fece conoscere l'opera di Vincent van Gogh. Lo stile pittorico di Matisse cambiò radicalmente, e in seguito dichiarò: «Russell fu il mio maestro, ed è stato Russell a spiegarmi la teoria del colore».[6]
Matrimonio (1898)
[modifica | modifica wikitesto]Il 10 gennaio 1898 Henri Matisse sposò Amélie Noellie Parayre. Su consiglio di Camille Pissarro, si recò poi a Londra per studiare le opere di Turner. Nello stesso tempo trascorse nella capitale britannica la luna di miele con Amélie, che la coppia proseguì ad Ajaccio, in Corsica, a partire dal 9 febbraio, dopo un breve ritorno a Parigi. Dal matrimonio nacquero due figli: Jean Gérard (1899-1976) e Pierre (1900-1989).[7]
Marguerite fu accolta nella famiglia; Matisse amava profondamente la figlia e la ritrasse spesso. In seguito, Marguerite sposò il critico d'arte e filosofo Georges Duthuit. Poco prima della sua morte, nel 1982, collaborò con il figlio Claude Duthuit alla realizzazione del catalogo ragionato delle opere grafiche del padre, pubblicato nel 1983.[8]
Alla morte del suo maestro Gustave Moreau, nel 1899, Matisse lasciò l'École des Beaux-Arts a causa di divergenze con il successore Fernand Cormon. Dopo un breve ritorno all'Académie Julian, seguì i corsi di Eugène Carrière, amico dello scultore Auguste Rodin. In questo ambiente conobbe quelli che sarebbero divenuti suoi compagni di strada: André Derain e il suo amico Maurice de Vlaminck. Con Albert Marquet dipingeva nel Jardin du Luxembourg e la sera frequentava corsi di scultura.[7]
Nello stesso anno acquistò da Vollard il dipinto Le tre bagnanti di Paul Cézanne. Nonostante le gravi difficoltà economiche, conservò l'opera – che esercitò un'influenza profonda sul suo pensiero e sulla sua arte – fino al 1936. In quell'anno la donò in regalo al Museo delle Belle Arti del Petit Palais di Parigi.[9]
Anni di crisi (1900-1905)
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1900, Matisse frequentò corsi serali presso l'Académie Rodin e lavorò, inizialmente con scarso successo, sotto la guida dello scultore Antoine Bourdelle.[10] A causa delle entrate insufficienti – il negozio di modista della moglie non garantiva un reddito adeguato al sostentamento della famiglia e i figli dovevano spesso essere affidati ai nonni – Matisse attraversò una grave crisi finanziaria e accettò un impiego come pittore decoratore. Insieme ad Albert Marquet, dipinse ghirlande e ornamenti per le decorazioni dell'Esposizione mondiale del 1900, che si teneva al Grand Palais di Parigi. Il lavoro era estenuante e, sfinito, Matisse fece ritorno a Bohain-en-Vermandois per riprendersi. In quel periodo fu così scoraggiato da pensare di abbandonare la pittura.
Superata la crisi, si adoperò per attirare collezionisti e ottenere occasioni espositive. Nel febbraio del 1902 partecipò a una mostra collettiva organizzata dalla neonata galleria parigina B. Weill. Nei mesi di aprile e giugno, Berthe Weill fu la prima gallerista a vendere alcune sue opere.[11]
La sua prima mostra personale si tenne nel 1904 presso il mercante d'arte francese Ambroise Vollard. Nell'estate dello stesso anno, su invito di Paul Signac, Matisse si recò a Saint-Tropez, dove iniziò a dipingere opere nello stile del neoimpressionismo.[12]
Nascita del Fauvismo (1905)
[modifica | modifica wikitesto]Nell'estate del 1905 Matisse soggiornò con André Derain e, per un certo periodo, anche con Maurice de Vlaminck a Collioure, un villaggio di pescatori sul Mediterraneo. Questo soggiorno segnò una svolta decisiva nella sua carriera. Fu infatti in questo periodo, in collaborazione con Derain, che prese forma uno stile destinato a passare alla storia dell'arte con il nome di fauvismo. Il movimento ricevette questo nome quando il gruppo di pittori affini, composto da Matisse, André Derain e Maurice de Vlaminck, espose per la prima volta le proprie opere al «Salon d'Automne» di Parigi nell'autunno del 1905, suscitando scandalo e indignazione nel pubblico e nella critica.[13]
Il critico Louis Vauxcelles definì questi artisti fauves («selvaggi»). La sua osservazione ironica, «Donatello chez les fauves», fu pubblicata il 17 ottobre 1905 sulla rivista Gil Blas ed entrò rapidamente nell'uso comune.[14] Al centro delle critiche vi fu il dipinto dai colori sgargianti Femme au chapeau (Donna con cappello) di Matisse. Leo Stein, fratello di Gertrude Stein, acquistò l'opera per 500 franchi.[15] Questo «successo scandaloso» fece salire notevolmente le quotazioni di Matisse. I fratelli Stein continuarono in seguito a sostenerlo e a collezionarlo.[13] Il gruppo dei fauves si sciolse già nel 1907.
Oggi il Chemin du Fauvisme a Collioure ricorda la nascita del fauvismo in questo luogo: in 20 punti del paese è stato realizzato un percorso in cui sono esposte riproduzioni dei dipinti fauvisti creati sul posto.[16]
Incontro con Picasso (1906)
[modifica | modifica wikitesto]Il 20 marzo 1906 Matisse espose al Salon des Indépendants la sua nuova opera Le bonheur de vivre (La gioia di vivere). Critici e pittori accademici reagirono con irritazione; anche Paul Signac, vicepresidente del Salon, si unì alle critiche, risentito per il netto rifiuto del postimpressionismo che l'opera esprimeva. Leo Stein, al contrario, la considerò «il dipinto più importante del nostro tempo» e lo acquistò per il salotto che gestiva insieme alla sorella Gertrude al numero 27 di Rue de Fleurus.
Nello stesso anno, Matisse conobbe Pablo Picasso; il loro primo incontro avvenne proprio nel salotto degli Stein, che Matisse frequentava regolarmente già da un anno. Da quel momento nacque tra i due un'amicizia fondata su una vivace rivalità creativa e su un profondo rispetto reciproco.[17] Anche due amiche americane di Gertrude Stein, Clarabel ed Etta Cone di Baltimora, divennero sostenitrici e collezioniste sia di Matisse sia di Picasso. Oggi la Cone Collection è esposta al Baltimore Museum of Art.[18]
Viaggio in Algeria (1906)
[modifica | modifica wikitesto]Nel maggio del 1906 Matisse si recò in Algeria e visitò l'oasi di Biskra. Durante il viaggio non dipinse; solo al ritorno realizzò il dipinto Nudo blu (Ricordo di Biskra), seguito, dopo il completamento dell'opera, dalla scultura Nudo sdraiato I (Aurora), che presenta una postura simile. Dal soggiorno di due settimane riportò oggetti d'uso quotidiano come ceramiche e tessuti, che avrebbe poi utilizzato frequentemente come motivi nelle sue opere. Dalla ceramica orientale Matisse trasse ispirazione per l'uso del colore puro, steso in campiture omogenee, per la semplificazione del disegno in linee simili ad arabeschi e per la disposizione bidimensionale dello spazio pittorico. I tappeti orientali comparvero nei suoi quadri in una maniera unica rispetto agli altri pittori della modernità. Un esempio è la natura morta I tappeti rossi, realizzata dopo il ritorno dal viaggio.[19]
L'Académie Matisse (1908-1911)
[modifica | modifica wikitesto]Su iniziativa e con il sostegno di suoi estimatori come Michael, Sarah, Gertrude e Leo Stein, insieme a Hans Purrmann, Marg e Oskar Moll e altri, Matisse fondò una scuola privata di pittura che prese il suo nome: Académie Matisse. Vi insegnò dal gennaio 1908 al 1911, arrivando ad avere circa cento allievi provenienti dalla Francia e dall'estero. L'organizzazione e l'amministrazione della scuola erano affidate a Hans Purrmann.[20]
Le lezioni si tenevano inizialmente nei locali del Couvent des Oiseaux in Rue de Sèvres. Matisse aveva già affittato in quell'ex convento, dal 1905, un secondo atelier oltre a quello originario sul Quai Saint-Michel. Dopo la decisione di fondare l'accademia, Leo Stein affittò un'altra sala nel convento per ospitare le lezioni. Tuttavia, il complesso dovette essere sgomberato già dopo poche settimane, e la scuola fu trasferita al Couvent du Sacré-Cœur, all'angolo tra il Boulevard des Invalides e la Rue de Babylone.
Per il suo carattere non commerciale, l'Académie Matisse si distingueva dagli atelier accademici tradizionali. Matisse attribuiva grande importanza a una solida formazione classica dei giovani artisti. Una volta alla settimana era prevista una visita collettiva al museo. Il lavoro con modelli dal vero veniva introdotto solo dopo l'esercizio della copia. Per l'epoca, era sorprendentemente elevata la presenza femminile tra gli studenti. Dei 18 allievi tedeschi – tra cui Friedrich Ahlers-Hestermann, Franz Nölken e Walter Alfred Rosam – otto erano donne, tra cui Mathilde Vollmoeller e Gretchen Wohlwill.[21] Fecero parte della scuola anche Olga Markova Meerson, russa già compagna di studi di Wassily Kandinsky a Monaco, e la danese Astrid Holm.[22]
Nel 1908 Matisse compì il suo primo viaggio in Germania insieme a Hans Purrmann, dove conobbe il gruppo artistico Die Brücke. Fu invitato a entrare nel gruppo come «padre spirituale della loro ribellione», ma declinò l'invito.[23] Nello stesso anno si tenne la sua prima mostra negli Stati Uniti, presso la galleria 291 di Alfred Stieglitz. Il 25 dicembre 1908 apparve sulla Grande Revue il suo scritto teorico Notes d'un peintre (Note di un pittore).[24]
Trasferimento a Issy-les-Moulineaux (1909)
[modifica | modifica wikitesto]Il mecenate russo Sergej Ščukin si era interessato all'opera di Matisse e gli commissionò due grandi dipinti: La danza e La musica. Gli anni difficili erano ormai superati, e la nuova stabilità economica permise a Matisse, nel 1909, di lasciare la residenza sul Quai Saint-Michel a Parigi e trasferirsi a Issy-les-Moulineaux, dove acquistò una casa e fece costruire un atelier nel giardino. Per molto tempo, i membri della famiglia posarono per lui gratuitamente, accogliendo con comprensione le sue esigenze artistiche. Si adattavano alla sua disciplina: ad esempio, durante i pasti i bambini dovevano restare in silenzio per non disturbare la concentrazione del padre.[25]
Dopo aver partecipato alla mostra Manet and the Post-Impressionists, organizzata nel 1910 a Londra da Roger Fry, le sculture di Matisse furono esposte per la prima volta nel 1912 alla galleria 291 di Alfred Stieglitz a New York.[26] L'anno successivo, nel 1913, alcuni suoi dipinti furono inclusi nella celebre Armory Show di New York, che però fu accolta con aspra critica da parte del conservatore pubblico americano. Il tesoriere della mostra, Walter Pach, rappresentò le opere di Matisse negli Stati Uniti dal 1914 al 1926.[27]
Intorno al 1912, alcune sue composizioni vennero considerate da diversi critici come paracubiste, ovvero vicine al cubismo.[28] In quegli anni, Matisse e Picasso si scambiavano frequentemente idee e riflessioni. Matisse dichiarò: «In quegli incontri ci siamo dati molto l'un l'altro».[28] In quelle conversazioni, Picasso assumeva il ruolo dell'advocatus diaboli, mettendo continuamente in discussione la pittura di Matisse, anche se in realtà era profondamente interessato ad essa.[28]
Oltre ai soggiorni a Siviglia (1910-11) e a Tangeri (1911-12 e 1912-13), Matisse si recò anche a Mosca nel 1911, e nell'estate del 1914 soggiornò a Berlino.
Anni di guerra (1914-1918)
[modifica | modifica wikitesto]Allo scoppio della Prima guerra mondiale, nell'agosto del 1914, Matisse si trovava a Parigi. Si offrì volontario per il servizio militare, ma la sua richiesta fu respinta. Dopo che la fattoria di famiglia fu distrutta durante un attacco tedesco, Matisse non ricevette più notizie né da sua madre né da suo fratello, che – come altri uomini del villaggio – era stato deportato come prigioniero di guerra dall'esercito tedesco. Poco prima della battaglia della Marna, Matisse lasciò Parigi e si recò a Collioure insieme ad Albert Marquet. Gli orrori del conflitto contribuirono a riavvicinare fauves e cubisti, fino ad allora divisi da rivalità artistiche. In quel periodo, ad esempio, Juan Gris alloggiò presso l'insegnante dei figli di Matisse. Il suo influsso cubista contribuì a rafforzare la tendenza di Matisse verso una semplificazione geometrica delle forme.[29]
A Nizza (1916-1954)
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1916, su consiglio del medico a causa di una bronchite, Matisse soggiornò a Mentone, sulla Costa Azzurra, e tra il 1916 e il 1917 affittò una stanza all'Hotel Beaurivage di Nizza. Questa città sarebbe diventata la sua dimora stabile per gli anni a venire. Dopo aver abitato temporaneamente anche all'Hotel de la Méditerranée, negli anni '20 si stabilì in un appartamento su due piani in Place Charles-Félix, sempre a Nizza. Nei mesi da maggio a settembre tornava regolarmente a Issy-les-Moulineaux, dove lavorava nel suo atelier.[30]
Nel 1918 si tenne alla Galerie Guillaume l'esposizione Matisse – Picasso, che testimoniava, in una certa misura, il ruolo di primo piano che entrambi gli artisti occupavano nell'arte contemporanea.[31] In quel periodo Matisse mostrò alcuni suoi dipinti a Renoir, che visitava spesso; frequentava anche Pierre Bonnard ad Antibes.
Nel 1920 andò in scena a Parigi il balletto «L'usignolo» di Djagilev, per il quale Matisse disegnò costumi e scenografie. Riprese anche il lavoro scultoreo, che aveva trascurato negli anni precedenti. Nel 1927 il figlio Pierre, divenuto gallerista, organizzò per lui una mostra nella sua galleria di New York; nello stesso anno Matisse ricevette il Premio per la pittura della Carnegie International Exhibition di Pittsburgh.
Per rilassarsi, Matisse compì numerosi viaggi: nel 1921 a Étretat, nel 1925 in Italia, e nel 1930 a Tahiti, passando per New York e San Francisco.[32] Grande appassionato di cinema,[33] che frequentava regolarmente, durante il viaggio a Tahiti conobbe casualmente il regista tedesco Friedrich Wilhelm Murnau, che si trovava nelle isole Marchesi per visitare la tomba di Paul Gauguin a Hiva 'Oa e che a Bora Bora stava girando il film Tabù (1931) insieme al documentarista Robert J. Flaherty. Poiché Murnau parlava correntemente il francese, tra i due nacque una buona intesa, e Matisse lo accompagnò per alcune settimane come spettatore curioso durante le riprese.[34]
Divorzio – Commissione per il murale Danza (1930)
[modifica | modifica wikitesto]Durante il viaggio di ritorno nel settembre del 1930, Matisse fece visita al suo importante collezionista Albert C. Barnes a Merion (Stati Uniti), il quale gli commissionò un grande murale sul tema della Danza per il suo museo privato. Le pareti dell'istituto ospitavano già opere di Georges Seurat, Cézanne e Auguste Renoir. Matisse accettò la sfida e completò il lavoro nel 1932. Nel 1933 nacque a New York suo nipote Paul Matisse.
Per affrontare la titanica impresa del murale di Barnes, Matisse assunse come assistente la ventiduenne emigrata russa Lydia Delekoskaja (1910-1998), che posò anche come modella per l'artista. La presenza di Lydia portò a una crisi coniugale: la moglie Amélie gli impose un ultimatum – «O me o lei». Lydia fu licenziata, ma ciò non evitò la separazione: Amélie chiese il divorzio e lo lasciò dopo 31 anni di matrimonio. Matisse, profondamente provato, si ammalò gravemente e in seguito riassunse Lydia Delekoskaja. Dopo un soggiorno a Parigi allo scoppio della Seconda guerra mondiale, fece ritorno a Nizza.[35]
Negli anni successivi si dedicò a progetti per arazzi e illustrazioni di libri. Incise scene dall'Odissea come illustrazioni per «Ulysses» di James Joyce. Nel novembre del 1931 il Museum of Modern Art di New York gli offrì l'occasione per la sua prima grande mostra personale negli Stati Uniti, preceduta da una importante esposizione alla galleria Thannhauser di Berlino nell'estate del 1930. Gli anni 1930-1931 rappresentarono così un periodo decisivo in cui molti progetti personali maturarono e la sua fama internazionale si consolidò. Nell'ottobre 1932 uscì il primo libro illustrato da Matisse, l'edizione Skira della «Poésie» di Stéphane Mallarmé.
Nel 1937 fu invitato da Léonide Massine a ideare scenografie e costumi per il balletto Rouge et noir, con musica di Šostakovič e coreografie dello stesso Massine. Un anno dopo, Matisse si trasferì a Cimiez, stabilendosi nell'ex Hotel Régina, con vista su Nizza.
Grave malattia – Lavoro a Jazz (1941-1946)
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1941 Matisse dovette sottoporsi a un'importante operazione intestinale a Lione. Rimase in clinica per quasi tre mesi, seguiti da altri due mesi di convalescenza, debilitato da un'influenza, in un albergo. Gli fu diagnosticato un cancro al duodeno, cui seguirono due embolie polmonari.
Nel mese di maggio fece ritorno a Cimiez. L'intervento e la malattia lo avevano profondamente indebolito, al punto che riusciva a restare in posizione eretta solo per brevi periodi. Durante la lunga convalescenza riprese comunque a lavorare: dipingeva e disegnava dal letto, tra l'altro realizzando illustrazioni per l'edizione Fabiani della Pasiphaé di Henry de Montherlant e per l'edizione Skira del Florilège des amours di Pierre de Ronsard.
Nel suo atelier alla villa Le Rêve, ai piedi della Montagne du Baou – dove si trasferì dopo un bombardamento su Cimiez nel 1943 – Matisse iniziò a lavorare alle sue composizioni ritagliate e incollate per il libro Jazz. La villa si trovava a due chilometri dalla piazza principale del villaggio provenzale di Vence. Nel 1944, la sua ex moglie fu arrestata, mentre la figlia Marguerite venne deportata e condannata a sei mesi di carcere per la sua attività nella resistenza.[36] Le Rêve rimase la sua residenza fino al 1948, quando fece ritorno a Nizza nell'Hotel Régina.
All'inizio dell'estate del 1945, Matisse si recò a Parigi, dove 37 delle sue opere vennero esposte in una retrospettiva al «Salon d'Automne». Nello stesso anno espose con Picasso al Victoria and Albert Museum di Londra. Nel 1946 Picasso e la sua compagna Françoise Gilot lo visitarono per la prima volta a Vence; i due artisti si incontrarono ancora diverse volte fino al 1954.[37]
Ultimi anni – La cappella di Vence (1947-1954)
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1947 Matisse fu insignito del titolo di Commendatore della Legion d'Onore. Nello stesso anno iniziò a lavorare ai progetti per una cappella delle domenicane, la Cappella del Rosario di Vence, che lo avrebbe occupato quasi esclusivamente nei successivi anni. Il progetto nacque da una profonda amicizia tra Matisse e suor Jacques-Marie, al secolo Monique Bourgeois. Matisse l'aveva conosciuta nel 1941, quando l'aveva assunta come infermiera e modella; nel 1946, la giovane entrò nel convento domenicano di Vence con il nome di Jacques-Marie. Quando si rincontrarono, fu lei a chiedergli consiglio per la costruzione di una cappella per la comunità. La prima pietra fu posata nel dicembre 1949, e l'inaugurazione avvenne il 25 giugno 1951, alla presenza del vescovo di Nizza. Nello stesso anno, Matisse ricevette il primo premio per la pittura alla Biennale di Venezia.
In occasione delle esposizioni delle sue opere negli Stati Uniti nel 1951, lo storico dell'arte Alfred H. Barr pubblicò il volume Matisse: His Art and His Public, considerato ancora oggi una delle opere più importanti dedicate all'artista. Nel 1952 fu inaugurato il Musée Henri Matisse nella sua città natale, Le Cateau-Cambrésis. L'anno seguente si tennero a Parigi mostre dedicate ai papiers découpés e a Londra una retrospettiva delle sue sculture. Nel 1948 fu nominato membro associato dell'Accademia reale di scienze, lettere e belle arti del Belgio.[38] Nel 1954 fu eletto membro onorario dell'American Academy of Arts and Letters.[39]
Negli ultimi giorni della sua vita, Matisse lavorò al rosone Rockefeller, che sarebbe stata la sua opera finale: una vetrata per la Union Church of Pocantico Hills, commissionata dalla famiglia di Nelson Rockefeller in memoria di Abby Aldrich Rockefeller. La chiesa ospita anche vetrate di Marc Chagall.[40]
Henri Matisse morì il 3 novembre 1954 a Nizza, in seguito a un attacco cardiaco. La sua tomba – che porta un'iscrizione dedicata a lui e alla sua ex moglie – si trova nel punto più alto del cimitero di Cimiez, ed è un dono della città di Nizza.
Il 5 gennaio 1963 fu fondato a Nizza un secondo Musée Matisse. Già prima dell'inaugurazione, il 21 ottobre 1953, l'artista aveva donato alcune opere alla città: il dipinto Natura morta con melagrana (1947), quattro disegni degli anni 1941-42, il ritaglio La danzatrice creola (1950), e due serigrafie su seta, Polinesia – Il mare e Polinesia – Il cielo, entrambe del 1947. Altre donazioni da parte degli eredi seguirono tra il 1960 e il 1978.[41]
L'opera pittorica
[modifica | modifica wikitesto]La concezione pittorica di Matisse
[modifica | modifica wikitesto]Nel mondo figurativo di Matisse, il colore assume un carattere autonomo grazie a un impiego decorativo, ornamentale e in ampie campiture, prescindendo dalla sua funzione spaziale. La cromia non si sottomette né al colore locale né alla descrizione delle strutture superficiali degli oggetti. Matisse utilizza il colore come mezzo per esprimere le sensazioni cromatiche suscitate in lui dall'impressione del motivo osservato. Attraverso il fauvismo, giunse a creare un universo pittorico in cui l'oggetto non ha più importanza del cosiddetto «spazio interno», ovvero lo spazio tra gli oggetti. Nessuna di queste forme è, in quanto elemento compositivo, superiore o subordinata all'altra nel rendere l'expression (cioè l'«espressione e comunicazione»). Secondo questa concezione, l'espressione può essere realizzata soltanto attraverso la disposizione e la relazione reciproca delle forme cromatiche – colore e forma sono un tutt'uno. In tal modo, l'osservazione della natura (oggetto) non è solo lo spunto delle sensazioni cromatiche (soggetto), ma anche un elemento di confronto e bilanciamento nel processo creativo. Matisse si sentiva, in questo senso, legato alla tradizione. Proprio per questo motivo – come anche Picasso – non compì mai il passo verso l'astrazione totale, poiché, a suo dire, l'astrazione così ottenuta non sarebbe altro che un'imitazione della stessa.[43]
Un altro tratto distintivo della composizione pittorica di Matisse è la tendenza alla linearizzazione degli oggetti. Le relazioni spaziali tra le forme passano in secondo piano, vengono dissolte, ma mai completamente negate. Matisse sottolineava come l'equiparazione tra forma oggettiva e spazio interno, insieme all'autonomia del colore, rendesse necessaria la linearizzazione degli elementi pittorici – e viceversa.
Il crescente desiderio di originalità e individualità, da un lato, e il rifiuto nei confronti delle visioni ritenute «degenerate» delle accademie ancora dominanti, dall'altro, spinsero molti artisti a cercare una posizione espressiva autonoma.[44] Matisse trovò in Cézanne la figura dello spiritus rector,[45] ma non intese mai proseguire direttamente la sua opera.
Le opere giovanili fino al 1900
[modifica | modifica wikitesto]Matisse decise relativamente tardi di intraprendere una carriera artistica. Fu a vent'anni, mentre lavorava come assistente legale a Saint-Quentin, che cominciò a prendere lezioni di disegno. I suoi primi dipinti rispecchiano il naturalismo borghese che la scuola francese aveva mutuato dai pittori olandesi. Un'opera nota di questo periodo è La lettrice (1895), oggi conservata al Musée National d'Art Moderne di Parigi.
I soggetti femminili, presenti sin dalle prime opere, avrebbero dominato l'intera produzione artistica di Matisse fino agli anni '50, attraversando tutte le sue fasi stilistiche. Sempre nel 1895 dipinse una Natura morta con autoritratto in tonalità bruno‑verdi simili, che presenta affinità estetiche con le nature morte di Cézanne di vent'anni prima, pur senza raggiungerne la raffinatezza formale.
Tra le opere più significative del 1897 vi sono La tavola imbandita e il paesaggio marino Belle-Île; quest'ultimo mostra un avvicinamento stilistico a Tempesta a Belle-Île di Claude Monet (1896), e riflette gli influssi impressionisti di Monet e di John Peter Russell, con cui Matisse era entrato in contatto in Bretagna.[46]
L'opera matura dell'artista può essere suddivisa nelle seguenti cinque fasi principali:[47]
Periodo fauve (1900-1907)
[modifica | modifica wikitesto]A partire dal 1900, Matisse iniziò a dipingere in uno stile che in seguito sarebbe stato definito «proto-fauve». Rifiutava di dissolvere le forme nella luce, come facevano gli impressionisti, preferendo coglierle nella loro interezza; si allontanò così dall'impressionismo «ortodosso». Oltre all'influsso di Paul Cézanne, dedicò particolare attenzione alle opere divisioniste di Georges Seurat, che seguivano i principi della teoria del colore di Eugène Chevreul. Anche Vincent van Gogh e Paul Gauguin giocarono un ruolo fondamentale nel rafforzare la sua sensibilità cromatica: Matisse voleva superare l'imitazione della natura.[48] Un esempio significativo è Lusso, calma e voluttà (1904-05), realizzato secondo i principi divisionisti. Tuttavia, si rese presto conto che questo approccio non conferiva solidità strutturale alle composizioni né esprimeva adeguatamente le sue emozioni cromatiche; per questo motivo, come già aveva fatto Cézanne, si allontanò dalla visione impressionista.[49]
Il risultato della sua sperimentazione nel periodo fauve fu l'elaborazione di una pittura costruita su grandi campiture di colore, in netto contrasto con la «scomposizione» luminosa dell'impressionismo. Ne sono esempi Finestra aperta e Donna con cappello, entrambe del 1905, che suscitarono scalpore al «Salon d'Automne», contribuendo a coniare il termine «fauvismo». Nel Ritratto con riga verde (Madame Matisse) (1905), il verde non ha funzione descrittiva, ma strutturale: la fascia verticale che attraversa il volto, apparentemente innaturale, segna in realtà il confine tra luce e ombra.[50][51] In questi lavori Matisse dimostra che l'autonomia del colore, impiegato in modo piatto e uniforme, impone una linearizzazione delle forme e il superamento della spazialità tradizionale. Le opere successive rappresentano variazioni e approfondimenti di questo principio.
Secondo lo stesso artista, il suo vero percorso creativo ebbe inizio con il dipinto La gioia di vivere, esposto nel 1906 al Salon des Indépendants, dove suscitò violente critiche. Dopo il viaggio in Algeria nel 1906, Matisse dipinse Nudo blu (Ricordo di Biskra), nel quale le palme sullo sfondo rimandano direttamente all'esperienza africana. La figura femminile ha una forte presenza fisica, ancorata al suolo e proiettante ombra. L'imponenza del corpo e la stesura uniforme dell'ambiente riflettono chiaramente la sua poetica: «È proprio la figura, e non la natura morta o il paesaggio, che maggiormente mi interessa. Essa sola mi consente di esprimere direttamente il mio sentimento, per così dire, religioso nei confronti della vita».[52]
Periodo sperimentale (1908-1917)
[modifica | modifica wikitesto]Il periodo sperimentale di Matisse, estremamente prolifico, si articola in due fasi distinte. Tra il 1908 e il 1910 predominano forme fluide, organiche e arabescate; tra il 1911 e il 1917, invece, si afferma una tendenza più geometrica, influenzata dall'incontro con il cubismo. Matisse non si attenne mai a uno stile unitario e coerente: al contrario, alternò periodi decorativi ad altri più realistici, mantenendo un'attitudine costante alla sperimentazione formale e cromatica.[54]
Nel 1909 il mecenate russo Sergej Schtschukin commissionò a Matisse due grandi pannelli decorativi, La danza e La musica, destinati allo scalone del suo palazzo a Mosca. Della Danza esistono due versioni, differenziate per tonalità cromatiche. L'ispirazione venne dal ballo popolare provenzale farandole. In entrambe le opere, cinque figure nude si stagliano su uno sfondo dai colori accesi, trasmettendo una gioia di vivere primitiva e istintiva. Il linguaggio decorativo si fonde con la forma umana, e la monumentalità è ottenuta per via della drastica semplificazione dei mezzi pittorici: poche tinte distese in grandi campiture, il disegno ridotto a una linea pura che definisce le forme. La danza è una delle opere più iconiche di Matisse.
Anche opere come Mazzo di fiori e piatto in ceramica (1911) si distinguono per la semplificazione delle forme. Durante un soggiorno a Mosca, Matisse dichiarò al quotidiano russo Utro Rossii (Утро России), il 27 ottobre 1911, la forte impressione ricevuta dall'arte popolare russa e dalle icone:[55]
Durante la Prima guerra mondiale, la sua tavolozza si fece più cupa, e la riduzione geometrica delle forme raggiunse l'apice con Veduta di Notre-Dame (1914), segnando l'apice della sua fase «paracubista», che si protrasse fino al 1918. In questi anni il nero assume un ruolo centrale: ne è un esempio Porta-finestra a Collioure, dipinto anch'esso nel 1914.[56]
Periodo nizzardo (1917-1929)
[modifica | modifica wikitesto]Durante il cosiddetto periodo nizzardo, Matisse si dedicò intensamente alla pittura di odalische in diverse pose, ma anche a ritratti, interni inondati di luce, nature morte e paesaggi, che divennero i principali soggetti della sua produzione. Le opere di questi anni mostrano tratti più naturalistici che mai. Realizzando in modo tangibile la propria immaginazione, Matisse affermava la sua fede nella pittura come «fonte di gioia pura».[57]
L'amore per il colore e per i dettagli emerge chiaramente negli sfondi spesso eccezionalmente ornamentali. Il dipinto Figura decorativa su sfondo ornamentale (1925-26) rappresenta un esempio emblematico della sua poetica in questo periodo: una figura femminile, fiori e tessuti dai colori vivaci nello sfondo. È considerata una delle opere più significative del periodo nizzardo. In quegli anni, la sua modella principale fu Henriette Darricarrère.
A Nizza, Matisse decorò il suo atelier con drappi, tappeti e tendaggi. Il tessuto fiorito, in particolare, ricorre in molte delle sue opere, come in Odalisca con le braccia alzate (1923), Due odalische (1927-28) e Odalisca con poltrona (1928).[58]
Periodo di rinnovata semplicità (1929-1940)
[modifica | modifica wikitesto]Al Periodo di Nizza seguì una fase di rinnovata semplicità. In questi anni, la ricerca artistica di Matisse si concentrò sull'armonia tra la massima espressività del colore e una progressiva astrazione della forma figurativa.
Nel 1929, Matisse si recò negli Stati Uniti, dove fu membro della giuria della 29ª Carnegie International. L'anno successivo viaggiò a Tahiti, New York, Baltimora (Maryland) e Merion (Pennsylvania). A Merion incontrò Albert C. Barnes, importante collezionista d'arte moderna e già proprietario della più ampia collezione di opere di Matisse negli USA, che gli commissionò un grande murale per la galleria d'arte della sua residenza privata. Matisse scelse come tema la danza, soggetto che lo aveva affascinato sin dal periodo fauve. Il murale La danza esiste in tre versioni, a causa di un errore nelle misure fornite per la parete; fu installato nel maggio 1933 e oggi si trova alla Barnes Foundation. Le prime due versioni sono conservate al Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris. L'opera raffigura figure femminili danzanti, colte in un movimento intenso e fluido, collocate su uno sfondo astratto e quasi geometrico. Durante la fase preparatoria del murale, Matisse sviluppò un nuovo metodo compositivo: assemblò la scena servendosi di sagome ritagliate da carte colorate, anticipando così la tecnica dei gouaches découpées. A partire dal 1940, questi collage divennero il suo principale mezzo espressivo, che mantenne fino alla fine della sua vita.[59]
Periodo della riduzione all'essenziale (1940-1954)
[modifica | modifica wikitesto]La progressiva semplificazione della forma, fino all'astrazione, condusse Matisse a valorizzare l'elemento dinamico dell'opera. Intorno al 1943, a causa della grave malattia che lo aveva debilitato, adottò il ritaglio (papier découpé) come principale mezzo espressivo; verso il 1948 abbandonò definitivamente la pittura. Si faceva preparare dai suoi assistenti fogli di carta dipinti con gouache monocroma, dai quali ritagliava figure e forme libere: nacquero così i celebri gouaches découpées. Matisse definiva questa tecnica «disegnare con le forbici». Essa gli permetteva di unire linea e colore, risolvendo così una questione compositiva che lo occupava da tempo. Nel disegno, poteva esprimere un'impressione con pochi tratti, ma senza colore. Nella pittura, al contrario, mancava la spontaneità del gesto. Con il ritaglio, il colore viene inciso direttamente con la forbice, superando la dicotomia tra linea e colore. Il risultato – il «taglio» – è più netto del tratto disegnato e possiede un carattere visivo differente.[60]
Nel 1947 fu pubblicata in forma di libro d'artista la serie di ritagli realizzati tra il 1943 e il 1944, intitolata «Jazz» e stampata a stencil (pochoir). Il titolo allude alla spontaneità e all'improvvisazione tipiche del genere musicale omonimo. A proposito della linea, Matisse scriveva nel libro:
Tra i progetti successivi si annoverano anche arazzi come Polinesia – Il cielo e Polinesia – Il mare (1946). Nella Cappella del Rosario di Vence (nota anche come Cappella Matisse), inaugurata nel 1951, Matisse progettò anche le vetrate, sempre a partire da ritagli di carta: fu la sua prima opera in vetro colorato. Un esempio emblematico della sua maturità artistica è la serie Nudi blu del 1952, composta interamente nei toni del blu e del bianco, e caratterizzata da un'astrazione che richiama la scultura.
Tra i suoi ritagli più noti figura The Snail (La lumaca, 1953), oggi conservata alla Tate Modern di Londra.
Opera grafica – Illustrazioni di libri
[modifica | modifica wikitesto]Matisse realizzò un numero considerevole di disegni e studi preparatori per le sue opere. Il suo interesse per la grafica nacque intorno al 1900, quando iniziò a sperimentare l'acquaforte. Il catalogo ragionato della grafica, curato dalla figlia Marguerite Duthuit e dal nipote Claude Duthuit, documenta circa 800 opere grafiche. Il nucleo principale è costituito da circa 300 acqueforti realizzate tra il 1908 e il 1948 e 300 litografie eseguite tra il 1906 e il 1952. Oltre a queste, Matisse produsse anche 62 acquatinte, 68 monotipi, 70 linoleografie, e 4 xilografie risalenti al periodo iniziale (1906-1907). A differenza di Picasso, Matisse non fu interessato a sperimentare continuamente nuovi materiali e tecniche, ma perfezionò gli strumenti grafici tradizionali.[62] Nel 1935 realizzò 26 illustrazioni a tutta pagina per il romanzo «Ulysses» di James Joyce, basandosi sui temi dell'«Odissea» di Omero.[63]
A partire dal 1937, Matisse collaborò anche con la rivista d'arte e letteratura «Verve», per la quale disegnò diverse copertine e litografie, oltre a scrivere testi.
Dopo lo scoppio della Seconda guerra mondiale, l'attività grafica assunse un ruolo ancora più importante nella sua produzione. Tra le principali opere illustrate in questo periodo si annoverano «Pasiphaé» di Henry de Montherlant (1944), «Visages» di Pierre Reverdy (1946), «Lettres portugaises» di Mariana Alcaforado (1946), «Les Fleurs du Mal» di Charles Baudelaire (1947), «Florilège des Amours» di Pierre de Ronsard (1948) e «Poèmes» di Carlo di Valois-Orléans (1950). Questi volumi erano perlopiù illustrati in bianco e nero, con un tratto essenziale e raffinato. In contrasto con ciò, il celebre libro d'artista «Jazz» (1947), in cui Matisse raccolse anche le sue riflessioni su arte e vita, si distingue per l'uso esplosivo del colore, applicato tramite la tecnica dei gouaches découpées.[32]
Opera plastica
[modifica | modifica wikitesto]Oltre la metà delle sculture di Matisse fu realizzata tra il 1900 e il 1910. L'artista lavorava spesso per serie, semplificando progressivamente le forme nel corso degli anni. La sua prima opera tridimensionale, tra un corpus complessivo di 82 pezzi, fu Giaguaro che divora una lepre, creata a partire dal 1899 durante i suoi studi scultorei. L'opera rivela l'influenza non solo di Auguste Rodin, ma anche di Antoine-Louis Barye, noto scultore francese specializzato in soggetti animali. Matisse si ispirò infatti direttamente alla scultura bronzea di Barye Jaguar dévorant un lièvre,[64] lavorando al proprio giaguaro tra il 1899 e il 1901. La scultura Il servo fu avviata nel 1900, come l'omonimo dipinto, e terminata nel 1903. Il modello fu l'italiano Bevilaqua, già noto per aver posato per Rodin nei celebri lavori San Giovanni Battista (1878) e Uomo che cammina (1900).[65] Matisse trasferiva spesso soggetti dalle sculture ai dipinti, e viceversa. A differenza dei canoni accademici, non realizzava opere a grandezza naturale, ma in scala ridotta.
Nel 1907 iniziò a lavorare al Nudo disteso, elaborazione tridimensionale del soggetto di Lusso, calma e voluttà (1904-05). Questo tema lo accompagnò per più di trent'anni. La scultura Due donne (titolo originale Deux négresses, 1908) ricompare nella natura morta Bronzo con frutta del 1910. Un importante punto di riferimento per Matisse fu Le tre bagnanti di Cézanne (che aveva acquistato nel 1899), ispirazione per opere che raffigurano il corpo in forma monumentale, come nella serie in rilievo Schiena I-IV, realizzata tra il 1909 e il 1929. La serie Jeanette I-V (1910-13), ispirata a un precedente dipinto impressionista, mostra una progressiva deformazione della testa del soggetto, culminando in Jeanette V, che anticipa l'astrazione scultorea che si sarebbe diffusa dagli anni '30. A differenza di Picasso, che trasferì gli influssi dell'arte primitiva nelle sue opere pittoriche, Matisse li elaborò quasi esclusivamente nella sua produzione plastica.[66]
Quasi tutte le sculture di Matisse furono prodotte in edizioni limitate di dieci esemplari, tranne Il piccolo torso magro (1929), di cui esistono solo tre copie. Utilizzava tecniche di fusione in sabbia e a cera persa. La maggior parte delle fusioni fu realizzata solo anni dopo, quando l'interesse dei collezionisti per il suo lavoro aumentò. La serie Schiena I-IV, tra le sue sculture più importanti, fu fusa solo dopo la sua morte su iniziativa degli eredi. Negli anni '90, gli stessi eredi fecero distruggere quasi tutte le forme originali, per impedire ulteriori tirature.[67]
Scritti teorici sull'arte
[modifica | modifica wikitesto]Tra i quattro maggiori pittori francesi della prima metà del XX secolo – Matisse, Picasso, Derain e Braque – Henri Matisse fu il primo a sviluppare una riflessione teorica compiuta sulla propria arte. Il suo scritto Notes d'un peintre (Note di un pittore), pubblicato nel 1908, precedette di anni le dichiarazioni pubbliche di Braque e Picasso: il primo fu intervistato già nel 1908,[68] ma i suoi testi uscirono solo nel 1917,[69] mentre Picasso pubblicò il suo primo testo teorico, Picasso speaks,[70] solo nel maggio 1923.
Nelle Note di un pittore, Matisse espose i principi fondamentali della sua poetica: l'expression («espressione e comunicazione»), la rielaborazione mentale delle forme naturali, la chiarezza compositiva e il ruolo centrale del colore. Matisse vi afferma anche la propria convinzione che l'arte non sia né rappresentazione dell'«immaginazione» né veicolo di concetti letterari, bensì il risultato di una sintesi intuitiva delle impressioni tratte dalla natura. Una delle sue affermazioni più celebri e spesso citate recita:
Il secondo testo teorico, «Notes d'un peintre sur son dessin» («Note di un pittore sul disegno»), fu pubblicato nel 1939 sulla rivista «Le Point». A partire dagli anni '30, Matisse produsse numerosi disegni a linea continua, eseguiti con matita o penna. Egli stesso spiegava che questi disegni a inchiostro venivano realizzati solo «dopo centinaia di disegni, dopo prove, comprensioni e definizioni delle forme; allora li traccio ad occhi chiusi».[71]
Ricezione
[modifica | modifica wikitesto]Testimonianze dei contemporanei
[modifica | modifica wikitesto]Verso la fine della Prima guerra mondiale, l'anziano impressionista Auguste Renoir si espresse così su Matisse, durante una visita dell'artista nel Sud della Francia:
Paul Signac, collega maggiore di sei anni, nel 1905 acquistò l'opera Lusso, calma e voluttà esposta da Matisse al Salon des Indépendants. Tuttavia, l'anno successivo criticò aspramente La gioia di vivere:
La mecenate e scrittrice Gertrude Stein, sostenitrice di Matisse, descrisse così il suo Nudo blu, ricordo di Biskra del 1907:
Nel 1908, Hans Purrmann, allievo e amico di Matisse, organizzò a Berlino una mostra dell'artista presso la galleria di Paul Cassirer. Le reazioni furono controverse. In un incontro con Max Liebermann, quest'ultimo, vedendo i quadri, temette la «perdizione dei giovani» e preferì dedicarsi al suo bassotto. All'epoca si parlava con disprezzo di «pittura da panpepato» o «carta da parati» per descrivere le opere di Matisse.[74] Poco prima della morte di Matisse, Purrmann lo descrisse così:
Picasso, che intrattenne con Matisse un lungo rapporto di rispetto e rivalità, ne riconobbe spesso la grandezza. Tra le sue dichiarazioni, una in particolare rivela l'ammirazione profonda che nutriva:
Rapporto con Picasso
[modifica | modifica wikitesto]Henri Matisse fu l'unico artista contemporaneo che Picasso considerasse suo pari. Nessun altro, nonostante la radicale differenza di linguaggio artistico, ebbe per lui un significato così profondo. I loro incontri erano segnati da uno scambio continuo e vivace. Matisse disse a Picasso verso la fine degli anni '40: «Dobbiamo parlarci il più possibile. Quando uno di noi morirà, ci saranno cose di cui l'altro non potrà parlare con nessun altro».[72]
Pur noto per la sua lingua tagliente e le sue provocazioni, Picasso non permetteva a nessuno di criticare Matisse. Christian Zervos racconta un episodio rivelatore: un pomeriggio, durante una riunione alla Coupole con altri amici, Matisse si assentò brevemente. Qualcuno chiese ironicamente dove fosse finito, e Picasso rispose: «Sicuramente è seduto sulla sua corona d'alloro». Alcuni dei presenti, per compiacerlo, iniziarono a denigrare Matisse. Picasso si infuriò e gridò: «Non permetto che si dica nulla contro Matisse. È il nostro più grande pittore».[77]
Il rispetto reciproco tra i due fu profondo. Picasso affermò: «In fondo, non c'è che Matisse». Matisse, a sua volta, dichiarò: «Solo Picasso può permettersi tutto. Può confondere, deformare, mutilare, scomporre… e ha sempre ragione». Picasso disse di lui: «È proprio questo che fa di Matisse… Matisse: ha il sole dentro».[78]
La loro relazione, intensa e competitiva, ma anche colma di ammirazione e stima, è stata descritta dettagliatamente da Françoise Gilot nel suo libro Matisse and Picasso: A Friendship in Art (Matisse e Picasso – Un'amicizia artistica).
I due artisti incarnavano due visioni opposte del fare pittorico: Picasso cercava il quadro dissonante, dirompente; Matisse puntava a un'immagine armonica, contemplativa.[79] La loro contrapposizione emerge chiaramente da due celebri dichiarazioni: «La pittura non serve a decorare gli appartamenti. È un'arma d'attacco e di difesa» – disse Picasso in un'intervista del 1945 a Lettres Françaises. «Un dipinto sulla parete dovrebbe essere come un mazzo di fiori in una stanza» – rispose Matisse pochi mesi dopo nella stessa rivista.[80]
Eppure, un punto di contatto fondamentale tra i due fu Cézanne. Entrambi studiarono con attenzione il suo lavoro, e Picasso dichiarò al fotografo Brassaï: «Cézanne! Era il padre di tutti noi!».[81] Matisse, dal canto suo, lesse anche le lettere di Cézanne e ne condivise il metodo esplorativo, orientato alla ricerca di un'opera pienamente «realizzata» (réalisation), concetto centrale anche nei suoi scritti teorici.[82]
Il rifiuto di Matisse per la pittura astratta
[modifica | modifica wikitesto]Con incrollabile determinazione, Henri Matisse espresse un netto rifiuto nei confronti della pittura astratta, posizione che ribadì con forza in un colloquio del 1953 con la pittrice Marie Raymond. In quell'occasione dichiarò: «Termini come non figurativo o astratto non sono altro che uno scudo per nascondere una mancanza». E aggiunse senza mezzi termini: «Scriva esattamente ciò che le dico: Matisse è contro l'arte astratta. Picasso la pensa esattamente come me: tutti coloro che hanno creato un'opera pensano come me».[83]
Alla domanda se il suo tardo periodo, in particolare i celebri papiers découpés, non mostrasse una certa vicinanza agli esperimenti degli astrattisti, Matisse rispose che l'arte è sempre stata astratta, ma la vera astrazione nasce dalla sintesi della realtà, non dalla sua negazione. E concluse amaramente: «Se fossi più giovane, inizierei una campagna contro l'arte astratta».[83]
In un altro intervento, Matisse ribadì il suo pensiero con una frase divenuta celebre: «L'arte astratta non è che imitazione dell'astrazione».[43]
Influsso sull'Espressionismo astratto negli Stati Uniti
[modifica | modifica wikitesto]Nonostante Henri Matisse si fosse espresso con decisione contro l'arte astratta, la sua opera esercitò un'influenza profonda e duratura su molti protagonisti dell'Espressionismo astratto statunitense, specialmente per il suo uso innovativo del colore e la semplificazione radicale delle forme. Un esempio emblematico è il pittore Mark Rothko, che negli anni '40 vide al Museum of Modern Art di New York il celebre L'atelier rosso (1911) di Matisse. Rothko rimase profondamente colpito dal dipinto, tanto da affermare di aver passato «ore e ore seduto davanti a quell'opera», completamente assorbito dalla sua forza cromatica e dalla spazialità rarefatta. Nel 1954, anno della morte di Matisse, Rothko gli rese omaggio con il quadro Homage to Matisse, che fu venduto all'asta nel novembre 2005 per oltre 22 milioni di dollari.[84]
Anche altri artisti americani del secondo dopoguerra, come Robert Motherwell, Sam Francis, Frank Stella e il pittore del color field Ellsworth Kelly, riconoscevano apertamente il debito nei confronti di Matisse.[80]
Matisse e le sue modelle
[modifica | modifica wikitesto]Intorno alla vita e al lavoro di Henri Matisse si sono formati numerosi pregiudizi, tra cui l'idea ricorrente che avesse avuto relazioni sentimentali con le sue modelle femminili. Tuttavia, secondo la biografa britannica Hilary Spurling, tale convinzione è da considerarsi una leggenda priva di fondamento. Attraverso un'attenta analisi di lettere, diari e testimonianze di persone vicine all'artista, la Spurling ha restituito un'immagine ben diversa: quella di un uomo disciplinato fino all'ascetismo. Come scrive, «tutti descrivevano un sistema di rigorosa severità quasi monastica, e tutti furono spinti da Matisse ai limiti della sopportazione dalla sua intransigente norma di autodisciplina quasi disumana». La biografa ha inoltre intervistato personalmente tutte le modelle ancora in vita all'epoca delle sue ricerche, raccogliendo così testimonianze dirette che confermano il distacco e il rigore professionale con cui Matisse gestiva il rapporto con i suoi soggetti. Le modelle venivano coinvolte nel processo creativo come parte integrante della sua ricerca artistica, ma senza oltrepassare mai il confine personale o affettivo.[85]
Film su Henri Matisse
[modifica | modifica wikitesto]Numerosi film e documentari sono stati dedicati alla vita e all'opera di Henri Matisse, spesso intrecciando elementi biografici, storici e artistici. Uno dei contributi più significativi è legato allo scrittore Louis Aragon, che conobbe Matisse nell'inverno del 1941, quando, insieme a Elsa Triolet, fuggì dalla Francia occupata rifugiandosi a Nizza. Da quell'incontro nacque una profonda amicizia che portò alla stesura del libro Henri Matisse, roman, completato solo dopo la morte di Elsa, nel 1971. Quest'opera, che mescola autobiografia, critica d'arte, saggio e poesia, ispirò il regista Richard Dindo alla realizzazione del film documentario Aragon, le roman de Matisse (Svizzera, 2003; durata: 52 minuti, prodotto da Lea Produktion, Zurigo). Il film ripercorre i luoghi in cui visse Matisse, fondendo immagini, suoni e letture poetiche in una riflessione intensa sull'artista e sull'uomo.[86]
Altri film e documentari trasmessi da reti televisive o distribuiti in formato video includono: Henri Matisse – Die Jahre in Nizza (1988), un documentario diretto da Gero von Boehm, trasmesso dalla ARD il 4 ottobre 1988; An Essay on Matisse (1996), documentario statunitense diretto da Perry Wolff, nominato agli Oscar; Matisse – Picasso, une étrange amitié (2002), un documentario francese di Philippe Kohly, trasmesso su 3sat il 20 luglio 2003, incentrato sull'amicizia e rivalità tra i due maestri; Henri Matisse – un voyage en peinture (2005), ritratto filmico curato da Heinz Peter Schwerfel, coproduzione Francia/Germania, trasmesso su Arte il 10 dicembre 2005.
Un ulteriore contributo importante è il film-documentario Matisse & Picasso: A Gentle Rivalry (2001), della durata di 30 minuti, che esplora la relazione artistica tra Matisse e Picasso, con fotografie rare, filmati d'archivio e letture interpretate da Geneviève Bujold (voce di Françoise Gilot), Robert Clary (Matisse) e Miguel Ferrer (Picasso). Prodotto da KERA-Dallas/Fort Worth/Denton in collaborazione con il Kimbell Art Museum (Fort Worth, Texas), ha ricevuto un Emmy Award nazionale.[87]
Infine, nel film di Woody Allen Midnight in Paris (2011), Matisse è interpretato dall'attore Yves-Antoine Spoto, apparendo in una delle sequenze ambientate nella Parigi degli anni '20.
Matisse sul mercato dell'arte
[modifica | modifica wikitesto]Le opere di Henri Matisse continuano a ottenere risultati eccezionali nelle aste internazionali, confermando la loro rilevanza storica e il valore collezionistico nel panorama dell'arte moderna. Tra i più noti esempi recenti: L'Espagnole (1922) è stato venduto da Sotheby's a New York nel 2007 per 10,121 milioni di dollari,[88] e il dipinto Les coucous, tapis bleu et rose (1911) è stato aggiudicato nel febbraio 2009 durante l'asta della collezione di Yves Saint Laurent da Christie's a Parigi, raggiungendo il prezzo di 35.905.000 euro.[89] Tuttavia, Matisse non figura attualmente tra gli autori dei dodici quadri più costosi di sempre, dove predominano opere di artisti come Picasso, Leonardo o Monet. Nonostante ciò, il suo mercato resta estremamente attivo e prestigioso, soprattutto per quanto riguarda i dipinti a olio e le sculture. Un esempio di successo nel campo della scultura è il rilievo in bronzo Nu de dos 4 état, che è stato battuto da Christie's il 3 novembre 2010 per oltre 48 milioni di dollari (circa 43 milioni di euro), acquistato dalla Gagosian Gallery di New York.[90] Il record assoluto per un'opera di Matisse è stato stabilito l'8 maggio 2018, quando il dipinto Odalisque couchée aux magnolias (1923) è stato venduto all'asta da Christie's per 80,75 milioni di dollari.[91]
Ritrovamento di un ritratto femminile di Matisse nella Collezione Gurlitt
[modifica | modifica wikitesto]Durante una conferenza stampa tenutasi il 5 novembre 2013 in merito alla cosiddetta Collezione Gurlitt, è stato mostrato un ritratto femminile attribuito a Henri Matisse, intitolato Donna seduta in poltrona, realizzato nel 1921. L'opera era stata confiscata nel 1942 dall'Einsatzstab Reichsleiter Rosenberg (ERR), un'unità nazista dedicata alla razzia sistematica di opere d'arte nei territori occupati, e sottratta dal caveau bancario del noto mercante d'arte Paul Rosenberg a Libourne, in Francia.[92][93] Il ritratto è una delle più significative scoperte della Collezione Gurlitt, nome con cui è diventata nota la scoperta di circa 1280 opere d'arte nella casa di Cornelius Gurlitt a Monaco di Baviera, avvenuta il 28 febbraio 2012. Cornelius era il figlio di Hildebrand Gurlitt, uno dei mercanti d'arte incaricati dal regime nazista della vendita di opere confiscate. Nel deposito furono ritrovate opere in parte sconosciute o considerate perdute, tra cui lavori di Marc Chagall, Otto Dix, Max Liebermann, Franz Marc, Pablo Picasso e, appunto, Henri Matisse.
Matisse nella vita quotidiana e nella scienza, onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Le opere di Henri Matisse godono ancora oggi di grande popolarità: numerose riproduzioni dei suoi quadri sono disponibili in formato poster e vengono anche proposte sotto forma di puzzle, tra cui un puzzle da 1000 pezzi raffigurante il celebre dipinto La danza. L'influenza culturale del suo nome si estende anche oltre il mondo dell'arte: la casa automobilistica Citroën, oltre a produrre un'auto dedicata a Picasso, amico e «rivale» artistico di Matisse, ha lanciato nel 2006 anche un modello denominato C Matisse. Il nome Matisse è presente anche nel mondo della musica: nel 1999, una band alternative rock greca con sede ad Atene ha adottato il nome Matisse, e nella città tedesca di Troisdorf esiste un pub musicale che porta lo stesso nome. In Francia, diverse vie e piazze sono state intitolate a Matisse, a testimonianza della sua influenza duratura sulla cultura nazionale. Inoltre, nel 1993 è stata creata una varietà di rosa che porta il suo nome.
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Rue Henri Matisse, Belley
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Allée Henri Matisse, Gagny
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Tchekov & Matisse, Nizza
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Square Henri Matisse, Noisy-le-Grand
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Rue Henri Matisse, Vitry-sur-Seine
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Place Henri Matisse, Paris
Nel campo della scienza, il riconoscimento a Matisse è arrivato attraverso la denominazione di corpi celesti. Sul pianeta Mercurio, i crateri vengono intitolati a celebri personalità defunte nel campo delle arti. Il cratere Matisse, situato nell'emisfero sud del pianeta e avente un diametro medio di circa 190 chilometri, è stato così battezzato nel 1976 in onore del pittore.[94] Inoltre, il 2 aprile 1999, un asteroide della fascia principale, scoperto nel 1973, è stato ufficialmente intitolato a Henri Matisse con la designazione 8240 Matisse.[95]
Mostre e musei (elenco parziale)
[modifica | modifica wikitesto]Le opere di Henri Matisse sono state esposte in numerosi contesti internazionali, dalle gallerie d'avanguardia di inizio Novecento alle grandi retrospettive museali. Tra le esposizioni e sedi più rilevanti si ricordano: la Galleria 291 (1908, 1910, 1912), l'Armory Show (1913), la documenta 1 (1955), la documenta 2 (1959) e la documenta III (1964) a Kassel.
Cronologia essenziale delle mostre principali
- 1904: prima mostra personale presso Ambroise Vollard, Parigi;
- 1905: esposizione collettiva al Salon d'Automne (dove nasce il termine Fauvismo);
- 1910: prima mostra da Bernheim-Jeune, Parigi;
- 1919-20: mostre da Bernheim-Jeune, Parigi;
- 1931-33: retrospettive a Berlino, Parigi, Basilea e New York;
- 1934-35: varie mostre presso la galleria newyorkese di Pierre Matisse;
- 1945: retrospettiva al Salon d'Automne; mostra congiunta con Picasso a Londra;
- 1949: mostra di découpage e opere recenti al Musée National d'Art Moderne, Parigi;
- 1952: apertura del Musée Matisse a Le Cateau-Cambrésis (città natale dell'artista);
- 1953: mostra di découpage alla Galerie Berggruen, Parigi, e di sculture a Londra;
- 1963: apertura del Musée Matisse di Nizza.
Esposizioni e retrospettive successive
- 2002: Matisse – Picasso, Tate Modern (Londra), Galeries nationales du Grand Palais (Parigi), Museum of Modern Art (New York);
- 2007: Matisse Jazz, Germanisches Nationalmuseum & Musée Matisse, Norimberga;
- 2008-09: Matisse – Menschen Masken Modelle, Staatsgalerie Stuttgart e Bucerius Kunst Forum, Amburgo;
- 2009-10: Matisse – Rodin, Musée Matisse (Nizza) e Musée Rodin (Parigi);
- 2010-11: Cézanne – Picasso – Giacometti, Fondation Beyeler, Leopold Museum (Vienna);
- 2012-13: Im Farbenrausch. Munch, Matisse und die Expressionisten, Museum Folkwang (Essen);
- 2013-14: Matisse und die Fauves, Albertina (Vienna);
- 2014: Henri Matisse: The Cut-Outs, Tate Modern (Londra);
- 2015-16: Matisse Prints & Drawings, Baltimore Museum of Art;
- 2016-17: Henri Matisse – Die Hand zum Singen bringen, Kunstmuseum Pablo Picasso (Münster);
- 2017-18: Matisse – Bonnard: "Es lebe die Malerei!", Städel (Francoforte);
- 2017-18: Die Sehnsucht lässt alle Dinge blühen … Van Gogh bis Cézanne, Bonnard bis Matisse, Kunstmuseum Bern;
- 2019-20: Inspiration Matisse, Kunsthalle Mannheim;
- 2020: Van Gogh, Cézanne, Matisse, Hodler. Die Sammlung Hahnloser, Albertina (Vienna);
- 2020-21: Matisse, comme un roman, Centre Georges-Pompidou (Parigi);
- 2022: Henri Matisse and The Red Studio, Museum of Modern Art (New York);
- 2023-24: Matisse, Derain et leurs amis. L'avant-garde parisienne 1904-1908, Kunstmuseum Basel;
- 2024-25: Matisse – Einladung zur Reise, Fondation Beyeler (Riehen);
- 2024-25: Henri Matisse – Jazz, Ludwig-Maximilians-Universität (Monaco di Baviera);
- 2025: Matisse et Marguerite. Le regard d'un père, Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris.
Opere (lista parziale)
[modifica | modifica wikitesto]Dipinti, découpage e opere grafiche
[modifica | modifica wikitesto]- 1894: La lettrice, olio su tela, 61,5 × 47,9 cm, Musée National d'Art Moderne, Parigi;
- 1897: La tavola imbandita, olio su tela, 100 × 131 cm, Collezione Stavros Niarchos • foto;
- 1898: Il muro rosa, Jüdisches Museum, Francoforte;
- 1900: Il servo, olio su tela, 99,3 × 72,7 cm, Museum of Modern Art, New York;
- 1904-05: Lusso, calma e voluttà, olio su tela, 94 × 117 cm, Musée National d'Art Moderne, Parigi • foto;
- 1905: La gioia di vivere, Barnes Foundation, Philadelphia • foto;
- 1905: Donna con cappello, olio su tela, 81 × 60 cm, San Francisco Museum of Modern Art;
- 1905: Finestra aperta, olio su tela, 55,3 × 46 cm, National Gallery of Art, Washington D.C.;
- 1905: Ritratto con riga verde (Madame Matisse), olio su tela, 40 × 32,5 cm, Statens Museum for Kunst, Copenaghen • foto;
- 1906: Tappeti orientali, olio su tela, 89 × 116,5 cm, Musée de Peinture et de Sculpture, Grenoble;
- 1907: Nudo blu (Rivordo di Biskra), olio su tela, 92 × 140 cm, Baltimore Museum of Art;
- 1907: Lusso I, olio su tela, 210 × 138 cm, Musée National d'Art Moderne, Parigi;
- 1907: Madras Rouge, olio su tela, 99,4 cm × 80,5 cm, Barnes Foundation, Philadelphia;
- 1908: Armonia in rosso, olio su tela, 180 × 200 cm, Ermitage, San Pietroburgo;
- 1909: Donna spagnola con tamburello, Museo Puškin, Mosca;
- 1909-10: La danza (I e II), Museum of Modern Art, New York; Ermitage, San Pietroburgo;
- 1910: Natura morta con gerani, olio su tela, 180 cm × 220 cm, Pinakothek der Moderne, Monaco;
- 1910: Bronzo con frutta, olio su tela, 90 × 115 cm, Museo Puškin, Mosca;
- 1910: La musica, olio su tela, 260 × 398 cm, Ermitage, San Pietroburgo;
- 1911: La famiglia del pittore, olio su tela, 143 × 194 cm, Ermitage, San Pietroburgo • foto;
- 1911: L'atelier rosso, olio su tela, 181 × 219 cm, Museum of Modern Art, New York foto;
- 1911-12: La finestra a Tangeri, olio su tela, 115 × 80 cm, Museo Puškin, Mosca;
- 1912: I pesci rossi, olio su tela, 140 × 98 cm, Museo Puškin, Mosca;
- 1913: Fiori e ceramiche, olio su tela, 93,3 × 82,5 cm, Städelsches Kunstinstitut, Francoforte sul Meno • foto;
- 1914: Veduta di Notre-Dame, olio su tela, 147,3 × 94,2 cm, Museum of Modern Art, New York • foto;
- 1915: La tenda gialla, olio su tela, 146 × 97 cm, Museum of Modern Art, New York;
- 1917: Testa di Laurette con tazza di caffè, olio su tela, 92 × 73 cm, Kunstmuseum Solothurn, Dübi-Müller-Stiftung;
- 1919: L'ora del tè, olio su tela, 140 × 211,1 cm, Los Angeles County Museum of Art, Los Angeles;
- 1919: Mazzo di fiori per il 14 luglio, olio su tela;
- 1928: Odalisca con poltrona, olio su tela, 60 × 73 cm, Musée National d'Art Moderne, Parigi;
- 1932: La danza, olio su tela, 356,8 × 1432,5 cm, pannello murale per la Barnes Foundation;
- 1937: Signora in blu, olio su tela, 93 × 73,6 cm, Philadelphia Museum of Art;
- 1940: Il sogno, olio su tela, 80,9 × 64,7, collezione privata;
- 1940: Natura morta con ostriche, olio su tela, 65,5 × 81,5 cm, Basilea, Kunstmuseum;
- 1946: Polinesia – Il mare, découpage, 200 × 314 cm, Musée National d'Art Moderne, Parigi;
- 1947: Piccolo interno blu, olio su tela, 55 × 46 cm, Staatsgalerie Stuttgart;
- 1950: Zulma, découpage, 238,1 × 133 cm, Statens Museum for Kunst, Copenaghen;
- 1952: Nudo blu, serie, découpage;
- 1952: Il pappagallo e la sirena, découpage, 337 × 773 cm, Stedelijk Museum, Amsterdam;
- 1953: Il dolore del re, découpage, 292 × 386 cm, Musée National d'Art Moderne, Parigi;
- 1953: La lumaca, découpage, 286,4 × 287 cm, Tate Gallery, Londra • foto;
- Una selezione dei suoi disegni e delle sue opere grafiche in formato PDF: Galerie Boisserée.
Opere scultoree
[modifica | modifica wikitesto]- 1899-1901: Giaguaro che divora una lepre, bronzo, 22,8 × 57,1 cm, collezione privata;
- 1900-03: Il servo, bronzo, altezza 92,3 cm, Sockel 33 × 30,5 cm, Baltimore Museum of Art, Cone Collection • foto;
- 1906: Nudo in piedi, bronzo, altezza 48,2 cm, collezione privata;
- 1909-30: Nudo di schiena I-IV, bronzo, Museum of Modern Art, New York • foto;
- 1910-13: Jeanette I-V (ritratti scultorei), bronzo, varie collezioni; Jeanette V all'Art Gallery of Ontario, Toronto • foto;
- 1925-29: Henriette I-III, bronzo, Musée des Beaux-Arts, Digione.
Illustrazioni di libri
[modifica | modifica wikitesto]- 1932: Stéphane Mallarmé, Poésies, Albert Skira, Losanna;
- 1935: James Joyce, Ulysses, Macy, New York;
- dal 1937: copertine e litografie per la rivista Verve;
- 1944: Henry de Montherlant, Pasiphaé. Chant de Minos, Fabiani, Parigi;
- 1946: Tristan Tzara, Le signe de vie, Bordas, Parigi;
- 1947: Charles Baudelaire, Les Fleurs du Mal, Bibliothèque française, Parigi;
- 1947: Henri Matisse, Jazz, Tériade, Parigi;
- 1948: Pierre de Ronsard, Florilège des amours, Albert Skira, Ginevra;
- 1950: Charles d'Orléans, Poèmes, Verve, Parigi;
- 1952: Henri Cartier-Bresson, The Decisive Moment, Simon & Schuster, New York.
Pubblicazioni
[modifica | modifica wikitesto]Henri Matisse fu autore o collaborò per i seguenti testi
- 1908: Note d'un peintre;
- 1939: Notes d'un peintre sur son dessin;
- 1947: Jazz, libro d'artista, con testi accompagnati da collage a découpage;
- 1973: Matisse on Art, raccolta di scritti del pittore curata da Jack D. Flam, pubblicata postuma;
- 2013: Chatting with Henri Matisse: The Lost 1941 Interview, contiene un'intervista persa del 1941.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Lawrence Gowing, Matisse, Oxford University Press, 1979, ISBN 9780195201581.
- ^ (DE) Anna Katharina Feldhaus, Henri Matisse – Malen mit der Schere, su Schirn Kunsthalle Frankfurt, 5 aprile 2013. URL consultato il 14 dicembre 2020.
- ^ (DE) Henri Matisse, Farbe und Gleichnis, p. 110.
- ^ Volkmar Essers, Matisse, pp. 7, 92.
- ^ Henri and Pierre Matisse, su Cosmopolis.ch, n. 2, gennaio 1999.
- ^ Jill Kitson, The Unknown Matisse, su ABC, 5 agosto 2005. URL consultato il 14 dicembre 2020.
- ^ a b (DE) Volkmar Essers, Matisse, p. 92.
- ^ Obituaries: Marguerite Duthuit, su New York Times, 3 aprile 1982. URL consultato il 14 dicembre 2020.
- ^ (FR) Paris 1900, su Culture Portal Paris. URL consultato il 20 marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2008).
- ^ Lawrence Gowing, Matisse, p. 63.
- ^ Hilary Spurling, The Unknown Matisse, Vol. I, University of California Press, 2001, p. 232, ISBN 0-520-22203-2..
- ^ Volkmar Essers, Matisse, p. 11.
- ^ a b Volkmar Essers, Matisse, p. 14.
- ^ John Elderfield, The Wild Beasts Fauvism and Its Affinities, Museum of Modern Art, 1976, p. 43, ISBN 0-87070-638-1.
- ^ Stefana Sabin, Gertrude Stein, Reinbek, Rowohlt, 1996, p. 36, ISBN 3-499-50530-4.
- ^ Collioure: Auf den Spuren der Fauves, su meinfrankreich.com. URL consultato il 5 gennaio 2025.
- ^ a b Volkmar Essers, Matisse, p. 19.
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- ^ Volkmar Essers, Matisse, pp. 21-23.
- ^ Eric Gelber, The Academie Matisse, su artnet.com, 2001. URL consultato il 2 aprile 2009.
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- ^ The Personal Life of Henri Matisse, su henri-matisse.net, 2011. URL consultato il 14 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 12 luglio 2016).
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- ^ Sandra Orienti, Henri Matisse, su g26.ch/art. URL consultato il 2 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2009).
- ^ Volkmar Essers, Matisse, pp. 28-39.
- ^ Melissa Seckora, Modern Champions, su National Review, 3 febbraio 2001. URL consultato il 12 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 1º ottobre 2009).
- ^ Walter Pach, su askart.com. URL consultato il 13 dicembre 2020.
- ^ a b c André Verdet, A propos du dessin et des odalisques, in Entretiens, notes et écrits sur la peinture: Braque, Léger, Matisse, Picasso, Parigi, Éditions Galilée, 1978.
- ^ Volkmar Essers, Matisse, pp. 42-48.
- ^ Volkmar Essers, Matisse, pp. 51-54, 94.
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- ^ Volkmar Essers, Matisse, pp. 95.
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- ^ (FR) Académicien décédé: Henri Émile Benoît Matisse, su academieroyale.be, Académie royale des Sciences, des Lettres et des Beaux-Arts de Belgique. URL consultato il 19 ottobre 2023.
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- ^ Union Church of Pocantico Hills, su Historic Hudson Valley. URL consultato il 13 settembre 2012 (archiviato dall'url originale il 2 novembre 2012).
- ^ Musée Matisse in Cimiez, Nizza.
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- ^ a b André Verdet, Entretiens avec Henri Matisse, in Prestige de Matisse, Parigi, 1952, pp. 37-76.
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- ^ Escholier, 1937, S. 17; idem, 1956, S. 50
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- ^ Lawrence Gowing, Matisse, p. 47.
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- ^ Volkmar Essers, Matisse, pp. 32-44.
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- ^ Henri Matisse Illustrates 1935 Edition of James Joyce’s Ulysses, su openculture.com, 10 aprile 2012. URL consultato il 14 dicembre 2020.
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- ^ Ellen McBreen, Henry Matisse: Painter as Sculptor, in Nineteenth-Century Art Worldwide, vol. 8, n. 1, primavera=2009. URL consultato il 14 dicembre 2020.
- ^ Lawrence Gowing, Matisse, pp. 18, 34, 72, 79, 88, 102.
- ^ Sculpture, su henri-matisse.net.
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- ^ Pensées et réflections sur la peinture, in Nord-Sud, dicembre 1917, pp. 3-5.
- ^ Picasso speaks, in The Arts, maggio 1923, pp. 315-326.
- ^ Volmar Essers, Matisse, p. 70.
- ^ a b Françoise Gilot e Carlton Lake, Vita con Picasso, traduzione di Garibaldo Marussi e Liana Marussi, Milano, Garzanti, 1965. - Torino, Umberto Allemandi, 1998; col titolo La mia vita con Picasso, Roma, Donzelli, 2016, ISBN 978-88-684-3432-8.
- ^ Volkmar Essers, Matisse, p. 20.
- ^ Henri Matisse, Farbe und Gleichnis, p. 137.
- ^ Die Erinnerungen von Hans Purrmann, in Werk, 1946, p. 154.
- ^ Pablo Picasso, Über Kunst, Zurigo, Diogenes Verlag, 1988, pp. 59-61.
- ^ Patrick O'Brian, Picasso – una biografia, Milano, Longanesi, 1989 [1976], ISBN 978-88-304-5792-8.
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- ^ Christie’s-Auktion setzt neuen Matisse-Rekord, su Monopol, 4 novembre 2010 (archiviato dall'url originale l'8 novembre 2010).
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Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Volkmar Essers: Matisse. Taschen, Köln 2001, ISBN 3-8228-0918-7
- Lawrence Gowing: Matisse. Lichtenberg, München 1997, ISBN 3-7852-8406-3
- Gabriele Grepaldi: Henri Matisse. DuMont, Köln 1998, ISBN 3-7701-4541-0
- Gilles Néret: Henri Matisse. Taschen, Köln 1997, ISBN 3-8228-8217-8
- John Russell: Matisse, Father & Son. Harry N. Abrams, New York 1999, ISBN 0-8109-4378-6
- Pierre Schneider: Matisse. Rizzoli, New York 1984, ISBN 0-8478-0546-8
- Hilary Spurling: The unknown Matisse. Volume 1: A Life of Henri Matisse: The early years, 1869–1908. A. Knopf, New York 1998, ISBN 978-0-375-71133-6
- Hilary Spurling: Matisse the Master. Volume 2: A Life of Henri Matisse: The Conquest of Colour, 1909–1954. Knopf, New York 2005, ISBN 0-679-43428-3; Neuauflage: Hamish Hamilton, London 2005, ISBN 978-0-241-13339-2
Documentari
[modifica | modifica wikitesto]- Henri Matisse di François Campaux (1946)
- Matisse: I corpi di Elena Siondi (1958)
- Matisse ou Le talent de bonheur di Marcel Ophüls (1960)
- Matisse: Voyages di Nick Havinga (1988)
- An Essay on Matisse di Perry Wolff (1996)
- Matisse & Picasso: A Gentle Rivalry di Ginny Martin e Rob Tranchin (2001)
- Matisse-Picasso di Philippe Kohly (2002)
- Resisting Paradise di Barbara Hammer (2003)
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]Wikiquote contiene citazioni di o su Henri Matisse
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Henri Matisse
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Matisse, Henri, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- (EN) Roy Donald McMullen, Henri Matisse, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Opere di Henri Matisse, su MLOL, Horizons Unlimited.
- (EN) Opere di Henri Matisse, su Open Library, Internet Archive.
- (FR) Pubblicazioni di Henri Matisse, su Persée, Ministère de l'Enseignement supérieur, de la Recherche et de l'Innovation.
- (EN) Opere riguardanti Henri Matisse, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Bibliografia di Henri Matisse, su Internet Speculative Fiction Database, Al von Ruff.
- (EN) Henri Matisse, su Goodreads.
- (EN) Henri Matisse (musica per videogiochi e anime), su VGMdb.net.
- Henri Matisse, in Archivio storico Ricordi, Ricordi & C.
- (EN) Henri Matisse, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Henri Matisse, su IMDb, IMDb.com.
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